Erboristeria Centinodio Polygonum aviculare L..

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Medicina Erboristeria Centinodio Polygonum aviculare L.

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MEDICINA - ERBORISTERIA - CENTINODIO (Polygonum aviculare L.)

Pianta della famiglia delle Polygonaceae, distribuita in tutto il mondo dal piano alle zone alpine. In Italia è comunissima ovunque, lungo le strade, nei prati, nei campi, fino a una altitudine di 2300 m.

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GENERALITÀ

È una erbacea annuale (raramente biennale) a radice robusta, quasi lignificata. Emette numerosi fusti molto ramificati e striscianti prostrati, che si sviluppano dalla radice raggiungendo anche i 60-70 cm di lunghezza.

Le foglie sono piccole e molto variabili di forma, appena picciolate o sessili. La lamina fogliare ha una forma normalmente lineare o ellittica. I fiori sono riuniti in infiorescenze fascicolate all'ascella delle foglie. I singoli fascetti sono costituiti da tre o cinque fiori, ma spesso i fiori sono anche solitari.

La fioritura procede man mano che continua la vegetazione della pianta, pertanto si ritrovano già semi vicino alla pianta mentre questa è ancora in piena fioritura nella porzione distale. I fiori, molto piccoli, hanno una corolla appena visibile di colore bianco rosato.

Il frutto è un piccolo achenio arrotondato alla base e ristretto verso l'apice.

Per uso terapeutico si utilizza l'intera pianta a esclusione della radice.

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IMPIEGO TERAPEUTICO

Il centinodio era certamente noto agli antichi Greci e Romani. Dioscoride lo indica per la terapia delle emottisi e delle emorragie, oltreché nel colera e per combattere la diarrea.

Con le stesse indicazioni la pianta venne utilizzata sia dai Romani, sia nel Medioevo, fino al Rinascimento. Poi la pianta subì alterne vicende, finché in quest'ultimo secolo venne completamente riabilitata: le sue proprietà terapeutiche sono state dimostrate anche con ricerche scientifiche.

Oggi si sa che il centinodio è astringente, diuretico e vulnerario o cicatrizzante.

Per le proprietà astringenti viene utilizzato nella terapia degli stati diarroici e in tutte le forme di dissenteria. Tali proprietà astringenti, attive anche per uso esterno, derivano dall'elevato contenuto in tannini che la pianta possiede.

Per le sue proprietà diuretiche viene utilizzato nella gotta, nella artrite e nella idropisia, e in genere in tutti gli stati edematosi dovuti a difficoltà circolatorie.

Infine come emostatico e come antiemorragico viene utilizzato sia internamente sia esternamente per curare le ulcere e le ferite.

Oltre alle sostanze tanniche la pianta contiene resine, sostanze amare e un olio essenziale.

In questi ultimi anni sono soprattutto le proprietà diuretiche e le proprietà antiinfiammatorie ed astringenti che consigliano l'impiego di questa pianta per uso interno in tutti i casi di ritenzione urinaria, conseguenti a irritazione del rene, e per la calcolosi renale o della vescica. Il centinodio infatti agevola la eliminazione dei calcoli renali e vescicali.

Esternamente per le proprietà antiinfiammatorie e astringenti viene utilizzato per la terapia di eritemi in genere e arrossamenti cutanei.

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PREPARAZIONI

- Uso interno:

si utilizzano l'infuso, la tintura e la tintura vinosa.

L'infuso si prepara con 50 g per litro di acqua bollente. Si lascia riposare per 5 minuti, si filtra a caldo per garza, quindi si beve a tazze: da una a tre al giorno, secondo le necessità soprattutto per combattere la ritenzione urinaria e le calcolosi. Lo stesso preparato è anche indicato nelle dissenterie e negli stati diarroici.

La tintura vinosa si prepara con 50 g di pianta per litro di vino bianco. Si lascia a macero per 8-10 giorni, si filtra e si lascia invecchiare per un mese. Si prende a bicchierini: due o tre al giorno, per le stesse indicazioni descritte per l'infuso.

- Uso esterno:

si utilizza il decotto preparato con 100 g di centinodio secco per litro di acqua. Si lascia bollire per 10 minuti quindi a freddo si filtra per garza.

Il decotto così preparato viene utilizzato per fare sciacqui o gargarismi o per la preparazione di compresse imbevute, da utilizzarsi nell'infiammazione delle mucose della bocca e della gola e in quella dell'epidermide in genere.

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RACCOLTA E CONSERVAZIONE

Il centinodio si raccoglie alla fioritura, molto prolungata durante l'anno: va praticamente da maggio fino a settembre o anche fino a ottobre.

Si può sradicare le piante, oppure tagliarle alla base al colletto. Le foglie secche o rovinate vanno eliminate, indi si dispongono i rami con i fiori e foglie in sottile strato su graticci all'ombra in locale ben aerato.

È importante rimuovere di tanto in tanto, per favorire l'essiccamento. Si badi però a non perdere le foglie, che si staccano facilmente dal fusto quando la pianta è secca. Le foglie infatti sono la parte più attiva del centinodio.

Il centinodio si conserva in sacchetti di carta o di tela, va rinnovato tutti gli anni.

Essendo una pianta infestante e comunissima ovunque, non è necessario coltivarla in nessuna regione d'Italia, essendo possibile trovarla anche nelle zone montane ed alpine.

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20 Mag. 2025 7:10:37 am

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